C’è chi ritiene che il menù della dieta chetogenica non sia sostenibile per molto tempo perché troppo squilibrato nella ripartizione dei nutrienti. Chi sceglie di seguire questo regime alimentare, infatti, può dire addio alla colazione ‘all’italiana’, che prevede una buona quantità di carboidrati, e alla pasta a pranzo.
Nei 21 o 30 giorni di dieta chetogenica, infatti, sono banditi tutti i tipi di cereali e quindi pane, pasta, biscotti e prodotti da forno. Anche la frutta, soprattutto quella più zuccherina, rientra tra gli alimenti vietati nella dieta chetogenica, così come qualsiasi altra fonte di carboidrati e zuccheri (patate, riso, miele, bevande zuccherate).
Al contrario, è possibile consumare con moderazione cibi che contengono una quota moderata di carboidrati, come il latte e i derivati (ricordiamo che il lattosio è uno zucchero), le verdure mediamente amidacee (carote, bietole e carciofi), legumi e frutta più acida come fragole, lamponi e frutti di bosco.
Via libera invece agli alimenti più ricchi di grassi, sia saturi che monoinsaturi e quelli omega-3, e alle fonti proteiche di tutti i tipi (soprattutto quelle animali). Sembra paradossale, ma chi segue una dieta keto può quindi continuare a consumare uova, olio (d’oliva, di semi, di palma), burro e strutto, carni e pesci sia magri che grassi, formaggi e frutti oleosi come l’avocado e la frutta secca.
Allo stesso modo, sono consentite tutte le verdure non amidacee, che contengono pochissimi carboidrati, come quelle a foglia verde, le crucifere, i pomodori e i funghi.
Come si presenterà, quindi, la giornata tipo di chi segue una dieta chetogenica? Vediamo un esempio di menù:
Colazione dolce: latte (meglio se intero) o yogurt + frutta secca;
Colazione salata: omelette con broccoli e formaggio.
Pranzo: Salmone e avocado + verdure (senza pane) condite con olio.
Cena: Petto di pollo o hamburger con insalata mista condita con olio.
Benefici e controindicazioni
Contrariamente all’uso che se ne fa attualmente, la dieta chetogenica è nata per scopi terapeutici.
In passato, infatti, veniva somministrata ai soggetti affetti da crisi epilettiche (soprattutto ai bambini) che non rispondevano correttamente alle terapie farmacologiche. A quanto pare, alcuni studi avevano dimostrato che le diete a basso contenuto di carboidrati erano in grado di ridurre le convulsioni e produrre altri effetti benefici sui pazienti.
A partire dagli anni Sessanta quindi i regimi alimentari low-carb sono stati impiegati con successo anche per il trattamento dell’obesità e delle patologie metaboliche come il diabete perché erano in grado di influire positivamente sulla glicemia e sul colesterolo, contribuendo alla perdita di peso e alla riduzione dell’appetito.
Questi sono appunto i principali benefici che la dieta chetogenica è in grado di produrre. Adottare una dieta povera di carboidrati, quindi, permette di:
Dimagrire velocemente;
evitare picchi glicemici, mantenendo stabili i livelli di glicemia e insulinemia;
bruciare i grassi e l’adipe immagazzinato per trarne energia;
aumentare il metabolismo;
diminuire lo stimolo della fame (quindi introdurre meno calorie).
Al tempo stesso, però, è opportuno considerare anche gli effetti negativi e le controindicazioni che la dieta chetogenica può provocare.
Trattandosi di un regime alimentare fortemente squilibrato, il primo rischio che si potrebbe correre è quello di andare incontro a serie carenze nutrizionali. Se protratte per molto tempo, queste potrebbero causare danni irreversibili all’organismo.
È bene poi ricordare che la chetosi è una condizione tossica per il corpo. Per eliminare i corpi chetonici nel sangue e dalle urine, l’organismo è costretto a uno sforzo non indifferente che richiede un sovraccarico di lavoro per i reni. Di conseguenza, si tratta di un regime alimentare altamente sconsigliato per chi soffre di patologie renali e che riguardano il fegato.
Oltre a tutto ciò, vi è da considerare la difficoltà nel far diventare questa dieta un vero e proprio stile di vita. Perché funzioni, infatti, è necessario seguire con attenzione maniacale i suoi principi e non concedersi mai alcuno sgarro, altrimenti si interrompe la chetosi. Per questo motivo, si tratta di un tipo di dieta che non può essere seguita per più di 8-12 settimane.
Infine, è fortemente sconsigliato iniziare la dieta chetogenica senza il supporto di un vero specialista della nutrizione. Non tutti infatti sono nelle condizioni fisiche di poter seguire correttamente il programma e avventurarsi in un regime alimentare particolare non controllato potrebbe mettere a rischio la salute.

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